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Predicare bene e razzolare male: il Regno Unito non può più permettersi di vendere armi all’Arabia Saudita

"In un momento in cui il Regno Unito sta promuovendo un ordine internazionale basato su regole e giustamente accusando la Russia di gravi violazioni del diritto internazionale, deve applicare quelle stesse regole a se stesso e porre fine alla vendita di armi all'Arabia Saudita".

Circa tre anni fa, il 7 luglio 2020, il governo del Regno Unito annunciò l’intenzione di riprendere la vendita di armi all’Arabia Saudita, etichettando qualsiasi violazione saudita del diritto internazionale durante il conflitto nello Yemen come semplici “incidenti isolati”. Oggi però una tale presa di posizione stona nel coro della comunità internazionale, gli organi di vigilanza inglesi tentano di correggere il tiro.

Le Istituzioni inglesi contro il commercio di armi in Arabia

L’Alta Corte di giustizia del Regno Unito valuterà un ricorso contro la vendita di armi del governo britannico all’Arabia Saudita, secondo quanto dichiarato oggi dalla “Human Rights Watch”. La richiesta è l’immediata cessazione da parte del governo del Regno Unito alla concessione di licenze per l’esportazione di armi a paesi come l’Arabia Saudita, accusati di gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario.

In realtà già nel 2019, la Corte d’appello del Regno Unito aveva ordinato al governo di interrompere il rilascio di nuove licenze per la vendita di armi all’Arabia Saudita, in seguito alla mancato approfondimento dello stesso governo sul reale ruolo che la nuova coalizione guidata dai sauditi avesse avuto nella violazione del diritto internazionale, nel contesto del conflitto yemenita.

“Le ampie prove delle violazioni delle leggi di guerra da parte della coalizione guidata dai sauditi nello Yemen durante la guerra chiariscono che queste violazioni non sono semplicemente ‘incidenti isolati’ come affermato dal governo del Regno Unito”, ha affermato Niku Jafarnia, ricercatore di Yemen e Bahrein presso L’osservatorio internazionale dei dei diritti umani. “Le armi del Regno Unito sono state utilizzate in alcune di queste violazioni con totale impunità”.

I dati del conflitto nello Yemen

Il conflitto nello Yemen è iniziato nel 2014 e l’Arabia Saudita, alla guida di una coalizione di nove paesi, è diventata parte del conflitto il 26 marzo 2015, su richiesta del governo yemenita. Dal 2015, lo Yemen Data Project ha registrato almeno 25.054 attacchi aerei. Gli attacchi aerei sono imputabili solo alla coalizione, in quanto il gruppo armato Houthi, principale oppositore del governo nel conflitto, non dispone di una forza aerea.

La guerra ha portato a una catastrofe umanitaria nel paese. Su una popolazione di 30 milioni, 17 milioni di persone sono in condizioni di insicurezza alimentare, circa 4,5 milioni di persone sono attualmente sfollate e il 76% della popolazione ha bisogno di aiuti umanitari.

Il commercio di armi: un contenzioso che separa gli UK

L’attuale caso arriva dopo diversi anni di contenzioso, iniziato nel 2016 quando la Campaign Against Arms Trade (CAAT), un’organizzazione con sede nel Regno Unito che si batte contro il commercio di armi, ha presentato per la prima volta una domanda di Judicial Review sulla legalità delle vendite del governo britannico di armi all’Arabia Saudita.

Il 20 giugno 2019, la Corte d’appello del Regno Unito si è pronunciata a favore della CAAT, ritenendo che le concessioni di licenza del governo del Regno Unito per l’esportazione di vendite di armi all’Arabia Saudita fosseroirrazionali e quindi illegali” senza un’adeguata valutazione dei possibili rischi che le stesse armi fornite potessero essere impiegate per perpetrare la violazione dei diritti umani e di quello internazionale.

Mwatana for Human Rights, un gruppo yemenita indipendente per i diritti umani, Amnesty International e Oxfam sono intervenute nel caso, fornendo abbondanti prove degli attacchi della coalizione guidata dai sauditi contro civili e infrastrutture civili, nonché dell’uso di armi britanniche in molti di questi attacchi.

Nel 2022, nonostante una tregua di sei mesi mediata dalle Nazioni Unite, Mwatana for Human Rights ha documentato 28 attacchi aerei, che hanno ucciso almeno 110 civili, tra cui 14 bambini e 3 donne. Solo nel gennaio 2022, Mwatana e Human Rights Watch hanno documentato tre diversi attacchi aerei della coalizione a guida saudita che avrebbe apparentemente coinvolto almeno 236 civili.

Il Regno Unito ha fornito all’Arabia Saudita circa 23 miliardi $ di armi dall’inizio della guerra, che ha causato almeno 19.226 vittime civili, secondo lo Yemen Data Project. Queste armi fornite dal Regno Unito includono bombe guidate da Paveway, velivoli Typhoon, Tornado, missili Brimstone e Storm Shadow. Tutti elementi che il governo britannico ha confermato essere stati dispiegati nel conflitto in Yemen.

Sulla base dei dati raccolti dallo Yemen Data Project, gli attacchi aerei hanno ucciso almeno 8.983 civili e ne hanno feriti 10.243. Oltre alle vittime civili dirette, la coalizione ha anche attaccato importanti infrastrutture civili in tutto il paese, inclusi ospedali, scuole, ponti, dighe, fattorie, impianti di irrigazione e altro ancora, tutte violazioni della convenzione di Ginevra.

Non c’è stata quasi alcuna presa di responsabilità per i danni civili causati dal conflitto. La società civile yemenita, le organizzazioni non governative, le Nazioni Unite stesse e molti governi pretendono da diversi anni un meccanismo investigativo indipendente. Ma nel 2021, sotto la pressione dell’Arabia Saudita, 21 paesi membri del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno respinto il rinnovo del Gruppo di esperti chiamati a investigare, unico meccanismo internazionale indipendente e imparziale esistente per monitorare le violazioni dei diritti umani in un conflitto. Secondo i dati del Civilian Impact Monitoring Project, le vittime civili sono quasi raddoppiate nei quattro mesi successivi al rifiuto del rinnovo.

 

 

 

“Le prove sono chiare che i civili yemeniti sono morti e continuano a morire a causa della vendita di armi autorizzata dal governo del Regno Unito”.Queste le parole di Niku Jafarnia. “In un momento in cui il Regno Unito sta promuovendo un ordine internazionale basato su regole e giustamente accusando la Russia di gravi violazioni del diritto internazionale, deve applicare quelle stesse regole a se stesso e porre fine alla vendita di armi all’Arabia Saudita”.

 

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