Il Ministro degli Esteri tedesco “spalanca” le porte allo status di candidato all’UE per la Georgia: Tuttavia il paese del Caucaso dovrà necessariamente attuare una serie di riforme volte fronteggiare i carenti standard di Democrazia nel Paese.
La visita del ministro Annalena Baerbock a Tbilisi
Annalena Baerbock, Ministro degli Esteri tedesco, avrebbe dichiarato questo venerdì che la Germania si farà promotrice per l’ingresso della Georgia nell’Unione Europea. Le dichiarazioni sono arrivate proprio nella capitale della Georgia, Tbilisi, dove durante una conferenza stampa il ministro avrebbe ammonito i suoi ospiti sulla necessità di incrementare urgentemente gli standard democratici e di libertà di stampa.
“Sono in Georgia con un messaggio specifico: vogliamo vedere la Georgia nell’Unione europea”, ha detto Baerbock, insieme alla sua controparte georgiana, Ilia Darchiashvili, “La porta per lo status di candidato all’UE è spalancata”, ha aggiunto.
Il massimo diplomatico Tedesco avrebbe poi continuato elogiando la Georgia per le posizioni prese nei confronti della Russia, Nazione confinante; Tbilisi infatti avrebbe votato a favore delle risoluzioni delle Nazioni Unite, che condannarono Mosca per i crimini contro l’Ucraina.
Il conflittuale rapporto tra Russia e Georgia
Era l’estate 2008, quando la Georgia visse quello che in maniere più o meno analoga starebbe vivendo oggi l’Ucraina, i fatti passarono alla storia come il “conflitto del Caucaso” e come con l’Ucraina oggi, ad accorrere in aiuto furono gli Sati Uniti d’America.
Nel 2008 infatti nell’ufficio ovale della Casa Bianca sedeva George w. Bush, che con sicuramente maggiore influenza di quanto godano oggi gli USA, si schierò nel conflitto che opponeva la Russia alla filo-occidentale Georgia.
“il mondo deve battersi per la libertà in Georgia e gli Stati Uniti appoggeranno l’indipendenza e l’integrità territoriale della Repubblica caucasica”. Queste furono le parole dell’ex Presidente Bush.
In quell’occasione Mosca propose alla comunità internazionale un accordo che dovrebbe essere per noi un monito sul destino di questa guerra, ovvero la “frantumazione della Georgia“, che insieme all’Ucraina proprio quell’anno chiesero l’avvio di un processo di integrazione nella Alleanza Atlantica (NATO).
Il trascorso tra Unione Europea e Georgia
Le aspettative dell’Unione Europea in realtà sarebbero molteplici, da Bruxelles infatti le richieste al governo Georgiano consisterebbero in “frenare la polarizzazione politica, riformare il sistema giudiziario e istituire sistemi di anticorruzione”.
Baerbock ha affermato che il governo ha ora il compito di “superare la polarizzazione, ripristinare la fiducia, intraprendere con decisione i passi in sospeso verso la riforma, rafforzare la libertà dei media e limitare quanto più possibile il potere e l’influenza degli oligarchi”.
In effetti l‘Unione Europea in passato avrebbe già respinto la domanda della Georgia di aderire al blocco, le motivazioni furono le stesse che gli si rimproverano oggi, scarsa tutela dello status democratico.
La dichiarazione ufficiale si riassume in “Tbilisi deve condurre delle riforme prima di essere messa su un percorso formale di adesione“, suscitando un sentimento di indignazione negli osservatori più attenti, si perché lo status di candidato sarebbe stato invece concesso all’Ucraina e alla Moldavia, entrambi in condizioni simili se non peggiori a quelle della Georgia.
Quello che è certo è che il popolo georgiano si sentirebbe già europeo, il Governo di Tbilisi infatti sarebbe stato costretto a ritirare un controverso disegno di legge, costretto da susseguirsi di manifestazioni antigovernative di massa, dove l’accusa al governo fu quella di deviare dal corso filo-occidentale del paese.
La proposta di legge filo-russa
Nelle scorse settimane, il partito di governo Sogno Georgiano, o, per meglio dire, la sua frangia estremista e anti-occidentale rappresentata dal gruppo parlamentare “Potere al Popolo”, ha presentato per la discussione in parlamento due disegni di legge sugli “agenti stranieri”.
Tali legislazioni avrebbero imposto alle entità giuridiche non statali senza scopo di lucro, incluse le testate giornalistiche, che ricevono più del venti percento delle loro entrate annuali da un “potere straniero” di iscriversi a un apposito registro, dove per “potere straniero” si intendevano agenzie di governi stranieri, individui che non siano cittadini georgiani, entità legali non basate sulla legislazione georgiana e organizzazioni, incluse fondazioni, associazioni, società, sindacati, o altre associazioni di uno Stato estero.
Considerando il grande supporto della popolazione georgiana per l’ingresso del paese nell’Unione Europea, il 7 marzo, alla notizia che la seconda versione del disegno di legge era stata approvata dal parlamento in prima lettura, un grande numero di persone è andato a protestare davanti alla sede dell’assemblea legislativa.
Sono seguite scene che hanno fatto il giro del mondo, i manifestanti, imbracciando bandiere europee, hanno messo “sotto assedio” il parlamento rifiutandosi di andarsene fino a quando Sogno Georgiano non avesse fermato- l’iter legislativo.
La polizia in tenuta antisommossa ha provato vanamente a disperdere le proteste con cariche, gas lacrimogeni, idranti, spray urticante e arrestando almeno 133 persone. Dinamiche simili si sono ripetute il 7 e l’8 marzo fino a notte inoltrata.
Il passaggio all’adesione all’UE è sancito dalla costituzione della Georgia. È inoltre sostenuto da almeno l’80% della popolazione del paese