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Giorgia Meloni: i rapporti con l’Unione Europea

Il terreno comune su cui Moderati e Conservatori Europei potrebbero costruire un'alleanza c'è, a Giorgia Meloni non spetta solo il compito di formare un nuovo Governo in Italia, ma anche e sopratutto trovare una posizione definitiva nel Parlamento Europeo, perché da questo potrebbe dipendere il futuro dell'intero Continente.

Il 26 settembre 2022 il corpo elettorale Italiano si è espresso con una fermezza per certi versi inedita, grazie alla vigente legge elettorale la coalizione di Centrodestra, a Guida Giorgia Meloni, ha ottenuto una maggioranza di oltre il 50% sia alla Camera dei Deputati che in Senato.

In che modo una nuova maggioranza politica marcatamente di Destra condizionerà il posizionamento dell’Italia nell’attualmente complicato quadro internazionale rimane un incognita, che porta con se non pochi timori e dubbi.

I rapporti di Giorgia Meloni con i “Big” Europei

Negli anni la leader di Fratelli d’Italia potrebbe essersi inimicata alcuni vertici delle più alte Istituzioni Europee, storicamente infatti Giorgia Meloni non ha mai nascosto il suo dissenso verso precise politiche comunitarie in materia di politica estera o interna ai confini dell’Unione.

Non vi è quindi nulla di cui sorprendersi dal fermento, che il risultato delle urne il 26 Settembre, ha suscitato nelle grandi Capitali Europee; sebbene non vi sia stata nella maniera più assoluta (ed è bene specificarlo) alcuna minaccia alla libertà democratica del nostro Paese, alcuni dei Leader dell’Ue non hanno mancato di esprimere i propri timori.

La prima reazione a caldo arrivò dalla vicina Francia, da prima per voce della sua Premier, Elisabeth Borne, che ai microfoni francesi dichiarò: “Non commento la scelta democratica del popolo italiano, ma allo stesso tempo la Francia dovrà essere attenta a certi valori come i diritti umani e il diritto all’aborto”

Parole immediatamente controbilanciate dai toni più rappacificanti del Presidente Emmauel Macron, che replicò: “Il popolo italiano ha fatto una scelta democratica e sovrana. Noi la rispettiamo. Come Paesi vicini e amici, noi dobbiamo continuare a lavorare insieme”.

Da Berlino il Cancelliere Olaf Scholz, alle prese con la bufera dello scandalo internazionale dell’intervento di 200 mld€ per frenare il prezzo del gas, in barba ai tentativi del resto della Comunità Europea di istituire un Price Cap comune, si sarebbe limitato alla raccomandazione, per il futuro Presidente del Consiglio Italiano, di “osservare le regole Europee”.

Giorgia Meloni e Ursula Von Der Leyen

“Vedremo il risultato delle elezioni in Italia, ma se le cose andranno in una situazione difficile, come nel caso di Polonia e Ungheria, abbiamo gli strumenti”

Con queste parole, la presidente della Commissione Europea, Ursula von Der Leyen, ha risposto agli studenti dell’Università statunitense di Princeton che le chiedevano un commento sulle imminenti elezioni in Italia e la probabile affermazione del blocco di centrodestra guidato da Giorgia Meloni, alleata di ferro del governo di Varsavia e vicina al leader ungherese Viktor Orban.

In Patria le parole della Presidente Von Der Leyen, come era facile aspettarsi, sono state accolte come “inaccettabili minacce alla libertà democratica del popolo Italiano” o anche “pericolose interferenze nella sovranità nazionale”.

Nel tentativo di non inasprire ulteriormente i rapporti, l’ufficio stampa della Presidente Von der Leyen, sarebbe corso ai ripari lasciando la seguente dichiarazione: “Il riferimento fatto agli strumenti riguardava specificamente le procedure in corso in altri Paesi dell’Unione europea e al ruolo della Commissione di guardiana dei Trattati e dello Stato di diritto”.

Giorgia Meloni all’interno del Parlamento Europeo

La leader di Fratelli d’Italia ha saputo ritagliarsi un ruolo primario nel partito dei conservatori europei, l’Ecr, fondato dai Tories Britannici e ora in mano al Pis Polacco, il Partito alla guida del governo di Varsavia.

Inoltre, nelle fila dell‘Ecr ci sono anche i Democratici Svedesi, da poco diventati il primo partito per preferenze del nuovo governo di centrodestra a Stoccolma. Senza dimenticare Vox in Spagna, partito citato non a caso da Meloni in questi giorni, i cui consensi in terra iberica sono in crescita, al punto da far presagire possibili alleanze coni moderati del Pp.

Non è inedito un Governo Euroscettico in Italia, ciò che è inedito e che questo governo goda di influenti appoggi nelle capitali d’Europa; nel 2024 si voterà per eleggere i deputati del Parlamento europeo, se l’onda nazionalista non si arresterà per allora l’Ecr potrebbe avere i numeri per determinare il nuovo leader della Commissione europea, causando presumibilmente una brusca interruzione del processo di Integrazione Europea.

In realtà le strade potenzialmente percorribili per Giorgia Meloni sarebbero due, l’Ecr avrebbe infatti collaborato in diverse occasioni con il Ppe (Partito Popolare Europeo) di cui fanno parte i popolari, socialdemocratici e liberali di Macron, non che la stessa Von Der Leyen.

I due gruppi parlamentari hanno già trovato diverse intese in passato, in dossier cruciali per Strasburgo non di meno, ad esempio quando sui temi del Green Deal, i popolari hanno trovato nei conservatori validi alleati per equilibrare le richieste degli ecologisti e di frammenti del centrosinistra con le istanze dell’industria.

Starà quindi a Giorgia Meloni decidere se guardare ai Moderati, o ai Sovranisti della Lega e a Viktor Orban, per affermare la sua influenza in Europa, ciò che risulta evidente a questo punto è che qualsiasi strada voglia prendere, il futuro della Deputata Romana promette un ruolo da protagonista nella creazione dello stesso destino dell’Unione Europea.

 

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