Angela Merkel si ha terminato lo scorso anno l’esperienza di 16 anni da Cancelliere della Germania. Durante la sua guida mantenne buoni rapporti con il Cremlino. È stata criticata per questo sin dalla guerra in Ucraina. Eppure la maggioranza dei tedeschi continua a sentire la sua mancanza.
Nonostante nella sua reazione iniziale all’invasione russa, la Merkel non avrebbe voluto scusarsi per la sua politica nei confronti della Russia, inaspettatamente torna sui suoi passi e prende le distanza da alcune decisioni prese dalla sua amministrazione.
Il discorso di Redenzione di Angela Merkel
“La politica di difesa della Germania è fallita“, queste le parole dell’ex Cancelliere Angela Merkel, che ai microfoni del quotidiano tedesco “Die Zeit” rilascia alcune dichiarazioni che suonano come delle scuse al popolo Ucraino e all’Unione Europea tutta.
Angela Merkel ritorna inaspettatamente al centro della politica nazionale e internazionale, denunciando le mancanze della virtuosa Berlino: “La Germania ha aumentato la sua spesa per la difesa è vero, ma non ha ancora raggiunto l’obiettivo concordato con la Nato, ovvero di investire il 2% del Pil nelle forze armate”, queste le parole dell’ex Cancelliere, un’ammissione di colpa che parrebbe più un monito per il collega Olaf Scholz.
Merkel continua la sua intervista senza troppi giri di parole, dando la sua personalissima opinione di quali siano state le fasi critiche affrontate superficialmente della Comunità Europea: “avremmo dovuto reagire più rapidamente all’aggressione della Russia”, ricordando gli errori commessi nel 2014:”la reazione della comunità internazionale all’annessione della Crimea nel 2014 non è stata neanche lontanamente proporzionata alla gravità della violazione Russa”
Sul tema della Crimea Angela Merkel entra più nel dettaglio, dichiarando che in occasione all’incontro avvenuto a Mosca nel 2015, accompagnata dall’allora Presidente della Repubblica Francese François Hollande, incontro di cui non trapelò fino a oggi nulla, l’ex Cancelliere avrebbe raggiunto il cessato il fuoco rifiutando categoricamente una “pace dittatoriale“, sorvolando tuttavia su quali fossero state le condizione che portarono all’accordo di Pace stipulato con Vladimir Putin.
L’incontro a Mosca del 2015 tra Merkel, Holland e Putin
Con l’obbiettivo di presentare il loro piano per porre fine alla guerra nell’Ucraina orientale. I due leader europei arrivarono a Mosca da Kiev, dove si consultarono con l’ex Presidente Ucraino Petro Poroshenko. “Le parti hanno appoggiato l’idea di trovare una soluzione pacifica al conflitto nelle regioni di Donetsk e Luhansk e hanno espresso la speranza che la Russia sia interessata”, questo è quello che trapelò da un comunicato della presidenza Ucraina emesso dopo l’incontro a tre di Kiev.
Il piano era quello di applicare una rivisitazione degli accordi di Minsk, ripetutamente violati da ambo le parti, attraverso un immediato cessate il fuoco, arretramento delle armi pesanti, scambio di prigionieri, larga autonomia, ritiro di tutte le formazione illegittime armate e dei mezzi militari, controllo dei confini e la sostituzione degli osservatori Ocse con i caschi blu dell’Onu.
Vladimir Putin sembrò accettare le condizioni poste a porte chiuse e di quell’incontro si perse ogni memoria, ma oggi gli osservatori politici riconoscono in quel vertice il fulcro della scarsa lungimiranza dimostrata da Angela Merkel, che negli anni a seguire continuò a mantenere un rapporto apparentemente amicale con il Presidente Russo.
“Non ho rimpianti”, le parole di Angela Merkel sulla questione energetica
L’ex capo del Reichstag tuttavia non prende le distanze dalla sua politica energetica, nonostante le critiche all’Europa ormai troppo dipendente dalla Russia, l’ex cancelliere “non ha rimpianti” per il suo sostegno alla costruzione del gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2, progetto infine dismesso dal successore Olaf Scholz, nonostante il monito di Angela Merkel che lo avrebbe avvertito sul pericolo di un divieto del progetto, in quanto avrebbe probabilmente “peggiorato pericolosamente” le relazioni con la Russia.
Tentando infine di giustificare il proprio operato ha dichiarato che: “I punti interrogativi ora posti su decisioni prese in altri tempi spesso non tengono conto del contesto in cui sono state prese”. Ricordando che la Germania ha lavorato quest’anno per diversificare le proprie fonti energetiche solo dopo che la guerra ha costretto tutta l’Europa a prendere in considerazione alternative al gas e al petrolio Russi.
Ad oggi, stando alle previsioni della Merkel, in naturale esito al quale si sta andando incontro è la fine delle ostilità come conseguenza di un negoziato con Mosca, escludendo l’opzione militare come possibile vie da perseguire, rimane tuttavia poco ottimista sulla celerità del processo diplomatico, prevedendo una fine del conflitto non prima del 2024.