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Israele: nemmeno Benjamin Netanyahu sembrerebbe essere più immune alla vigilanza dell’ONU

Anni di continue violazioni del Diritto Internazionale, forti del patrocinio degli Stati Uniti, non hanno impedito alle Nazioni Unite di prendere una forte e chiara posizione sull'inammissibilità di alcune pratiche che Israele starebbe perpetrando per mandare avanti il proprio progetto di "espansione del ciclo di pace" in Palestina. Netanyahu, alle strette, cerca Alleati nell'Unione Europea

Dalle Nazioni Unite è arrivata in definitiva una apparente presa di posizione sulla questione Israeliana, nel corso del 2022 infatti l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite avrebbe posto una particolare attenzione sull’operato del governo israeliano in medio-oriente, generando non pochi fastidi al primo ministro Benjamin Netanyahu.

Lo stato politico di Benjamin Netanyahu

Come già trattato in questo stesso quotidiano, la credibilità di Benjamin Netanyahu tra le stesse schiere del suo partito è messa a dura prova dalle dinamiche elettorali che infuocano i dibattiti pubblici e la pressione delle Nazioni Unite non fa altro che gettare benzina sul fuoco.

Il Primo Ministro Israeliano Netanyahu infatti, alle prese con la campagna elettorale più difficile della sua carriera, si trova oggi a dover fronteggiare alcuni dissapori interni alla sua coalizione, si stima infatti che per poter ambire ad una rielezione debba cedere alle condizioni poste dai suoi alleati di governo e dare il via all’iter di modifica costituzionale mediante il Knesset.

In particolare lo scoglio da superare sarebbe l’articolo che impedisce ad un membro della Knesset condannato alla reclusione, di presiedere un ministero, vincolo che impedisce al partito di Shas di insediare il proprio leader, Arye Dery, tra i banchi del Governo Israeliano

L’attenzione che le Nazioni Unite hanno rivolto a Israele

Nel corso del 2022 l’Onu non ha mancato di riservare una attenzione particolare alla Nazione Ebraica, durante lo scorso anno infatti l’Assemblea Generale dell’ONU avrebbe presentato ben 15 risoluzioni contro i ripetuti sfregi al rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo.

15 risoluzioni, un numero che a prima vista potrebbe non voler significare granché, ma se paragonato alla “concorrenza” assume tutt’altro significato, infatti le risoluzioni totali presentate dalla medesima Assemblea non riferite ad Israele ammontano a 13.

Volendo andare nello specifico la Russia si è trovata al centro di sole 6 risoluzioni riferite ovviamente all’invasione dell’Ucraina, dopodiché Corea del Nord, Afghanistan, Myanmar, Siria, Iran e Stati Uniti soggetti all’interesse di una sola risoluzione ciascuno.

Da sola Israele è stata in grado di violare più norme del Diritto Internazionale di tutti gli altri Paesi del Mondo messi insieme; c’è chi addosserebbe tutte le colpe all’ inadeguatezza del Governo Israeliano di gestire il proprio ruolo in un contesto geopolitico complicato come quello del Medio-Oriente.

Al contrario la stampa Israeliana accuserebbe l’ONU di una immotivata attenzione nei confronti di Israele, etichettando le risoluzioni poste nel corso dello scorso anno come un ingiusto accanimento, continuando a fuorviare l’opinione pubblica del popolo israeliano, in gran parte ancora convinto di essere dalla parte giusta di una Guerra che non può generare vincitori, ma solo morte e sofferenza.

Benjamin Netanyahu alla ricerca di alleati nella UE

In un Paese normale si penserebbe che in tempi di elezioni un Leader politico partecipi ad un tour del proprio Paese alla ricerca di consensi, ma gli anni ci hanno insegnato che Israele è tutto fuorché un paese normale, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu infatti avrebbe dato il via ad un “pellegrinaggio” nell’Europa dell’Ovest alla ricerca di alleati che votino a favore di Israele nelle risoluzioni poste dalle Nazioni Unite.

La ricerca spasmodica verso alleati strategici sarebbe partita dalla Grecia, sebbene tutto lasci pensare che sia solo l’inizio di una lunga serie di incontri bilaterali volti allo scopo, la richiesta è stata avanzata questo Martedì, durante l’incontro di Netanyahu con il massimo diplomatico greco, Nikos Dendiasne, nel suo ufficio a Gerusalemme ovest.

“Il primo ministro Netanyahu ha espresso la speranza che le buone relazioni bilaterali tra Israele e Grecia trovino espressione anche nel voto della Grecia alle Nazioni Unite”, ha affermato l’ufficio di Netanyahu in una nota.

L’incontro si è tenuto non casualmente dopo che il mese scorso, la Grecia si fosse astenuta dal voto su una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a favore della richiesta palestinese di un parere consultivo della Corte internazionale di Giustizia sull’occupazione israeliana e sui suoi effetti per popolo palestinese.

Nell’incontro di martedì tra Netanyahu e Dendias si sarebbe anche discusso successivamente del programma nucleare iraniano e dell’espansione del “ciclo di pace” di Israele nella regione, attenendosi alle dichiarazioni.

Il Consiglio di Sicurezza Nazionale Israeliano, su indicazione dello stesso Netanyahu, starebbe anche organizzando un incontro trilaterale, che coinvolga oltre alla Grecia, anche Cipro, allargando così la cerchia di alleati che Israele sembrerebbe volersi costruire intorno per far fronte agli ostacoli posti dalle Nazioni Unite.

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