“Un giorno il capitalismo negli Stati Uniti non ci sarà più perché nessun sistema sociale gerarchico è mai durato a lungo. Prima o poi le classi sociali non esisteranno più.”
-Fidel Castro-
Le origini di Fidel Castro
Nato a Mayarí, Cuba, il 13 agosto 1926, figlio di immigrati spagnoli, Fidel Castro è stato uno dei simboli della rivoluzione comunista a Cuba, la storia lo ha etichettato con opinioni contrastanti, chi lo definì un visionario illuminato e chi un dittatore senza rispetto per le libertà di opinione
Intrapreso da prima una militanza politica nell’ateneo che lo istruì nel 1945, l’università di Avana attraverso la lotta fra “gruppi di azione” di segno opposto sovente degeneravano in sparatorie, fra gli anni ’44 e ’52 infatti si registro un cospicuo numero i attentati scaturiti dall’ala ortodossa del Partito Popolare Cubano.
Una volta conseguita la laurea in legge nel 1950 e in seguito al golpe di Fulgencio Batista del 1952, Fidel Castro simpatizzò con un movimento barricadiero di cui ne assunse presto la leadership.
Il 26 luglio 1953 Fidel Castro coordina, con scarsissimi risultati un attentato alla Caserma Moncada a Santiago de Cuba, fallito l’attentato venne ritenuto unico responsabile ed incarcerato per sedizione dal regime.
Fù proprio in sede giudiziaria che il rivoluzionario di Avana chiamò a se le schiere di rivoluzionari che lo appoggiarono negli anni a venire, decise infatti di rappresentarsi da solo in tribunale, in quelle aule fomentò i dissapori che il regime provocava nella società Cubana.
L’ascesa al potere di Castro
In una arringa, che passò alla storia come: “La storia mi assolverà“, Castro delineò il programma politico che perpetuò nei quarant’anni che lo videro protagonista prima della Rivoluzione poi dell’esercizio del potere.
In quella storica arringa vennero toccati i temi più caldi che costringevano il popolo cubano ad una condizione di sudditanza verso il Regime, la distribuzione delle terre dei latifondisti dietro indennizzo, la confisca dei beni pubblici di cui i membri dei passati governi si appropriarono, misure per l’industrializzazione, cooperative agricole e sussidi per crisi delle locazioni urbane e così via, gettando la società Cubana nel fervore dell’onda Comunista.
L’eco della sua causa non bastò a negarli il carcere, anche se nel maggio 1955 Batista, il Leder a Cuba decise, per questioni di immagine presso il governo a Washington, di concedere l’amnistia ai compagni rivoltosi di Castro, molti dei quali lo accompagnarono, pochi mesi dopo, nel suo esilio in Messico.
Nello stesso 1955 il destino volle che Castro fece la conoscenza di Ernesto Guevara, con il quale intraprese un acceso confronto sulla reale condizione di sudditanza che affliggeva tutto il Sudamerica ad opera di Washington, da quell’incontro Fidel Castro partorì l’intenzione di organizzare un colpo di stato a Cuba ed il 2 dicembre 1956, seguito da 82 militanti armati rovescio il la dittatura da Avana.
Fidel Castro al Governo
Si dovette arrivare al 1959 prima che alle forze ribelli venne riconosciuta ufficialmente l’autorità di governare su Cuba.
In principio le politiche del Rivoluzionario furono prettamente di stampo etico ed ideologico, la lotta al traffico di droga, la chiusura delle case di giochi d’azzardo, la liberalizzazione di alberghi e spiagge dal monopolio dei circoli esclusivi, prima legittimati unicamente dal regime di Batista.
Pochi mesi più tardi, a Marzo, l’amministrazione Castro intraprese via via politiche sempre più ispirate dall’ideologia comunista, attraverso un drastico dimezzamento dei canoni d’affitto con il supporto dello stato, ed il ridimensionamento di beni necessari come libri scolastici, medicinali, trasporti pubblici e rete elettrica.
In seguito con l’istituzione della INRA (Istituto nazionale di riforma agraria), nella società agricola cominciò a crescere un malmostoso malcontento, ne susseguirono rivolte e manifestazione che culminarono con la fuga, negli Stati Uniti, del comandante delle Forze armate Pedro Diaz Lanz, e dall’arresto di Huber Matos, governatore della provincia di Camarguey, accusato di cospirazione per essersi opposto alla riforma agraria.
Gli ultimi anni del “Lider maximo cubano”
Governò fieramente, nonostante tutto, per quasi 50 anni, diventando un vero e proprio simbolo per la società Cubana tutta e quando a partire dal mese di dicembre del 2006 si inasprirono i suoi noti problemi di salute il 19 febbraio 2008 annunciò il suo ritiro dalle cariche presidenziali lasciando tutti i poteri al fratello Raul Castro Ruz.
“Non vi dico addio. Spero di combattere come un soldato delle idee“, con queste parole si ritirò dalle cariche pubbliche, per spegnersi dieci anni dopo, il 25 novembre 2016 all’età di 90 anni, un’anno dopo l’annullamento da parte del presidente Americano Obama dello storico Embargo che afflisse l’isola per oltre 88 anni.