Xi Jinping nasce il 15 giugno 1953 figlio della capitale cinese, Pechino. Sin dalla tenera età è stato catapultato nel tumultuoso mondo politico cinese degli anni ’50, grazie al padre padre Xi Zhongxun, passato alla storia come il “leader di masse uscito dalle masse”.
Il padre, Xi Zhongxun
Xi Zhongxun è nato il 15 ottobre 1913, da una famiglia di proprietari terrieri, nella contea rurale di Fuping, Shaanxi. Si affacciò presto all’attivismo politico, aderendo alla Lega della Gioventù Comunista Cinese nel maggio 1926, prendendo parte alle manifestazioni studentesche nella primavera del 1928, manifestazioni che gli costarono l’arresto e il conseguente incarceramento per mano delle autorità nazionaliste dell’epoca, fu Porfirio in prigione che conobbe e di seguito aderì al Partito Comunista Cinese (PCC) nel 1928.
A partire dal 1932, il padre del presidente Xi, prese attivamente parte alle campagne belligeranti del Partito Comunista, nel marzo di quello stesso anno ne guidò anche una, tentando di fomentare una rivolta all’interno dell’esercito a Liangdang, ottenendo scarsissimi risultati.
Nel 1933, un’anno dopo il suo approccio all’attivismo politico, colse l’occasione di unirsi alla fondazione dell’area sovietica della regione di confine Shaanxi-Gansu (Shaangan), divenendo il presidente del governo dell’area sovietica mentre guidava i guerriglieri nella resistenza alle incursioni nazionaliste e nell’espansione dell’area sovietica.
Nel 1935 gli insediamenti nelle aree sovietiche si fusero con le provincie confinanti, dando vita all’area di base rivoluzionaria del nord-ovest, blocco di cui Xi Zhongxun divenne uno dei principali leader insieme a Liu Zhidan e Gao Gang; tuttavia nel settembre dello stesso anno, in seguito alla “campagna di rettifica di sinistra” all’interno dello stesso Partito Comunista, i tre leader furono sistematicamente arrestati incarcerati e condannati, Xi rivelò anni dopo che sarebbe stato salvato dal braccio della morte dallo stesso presidente del PCC Mao Zedong, che ne ordinò l’immediato rilascio, costringendo però tutta la famiglia Xi in “esilio”
L’ingresso nel Partito Comunista di Xi Jinping
Xi Jinping ricevette una formazione d’élite nell’immensa Pechino nei primi anni di vita, ma in seguito alle controversie legate al padre negli anni ‘60, fu costretto nelle campagne dello Shaanxi in un gruppo di produzione di Liangjiahe.
L’anno di svolta è il 1974, quando Xi entra a far parte del PCC, in seguito ad una militanza di tre anni nella Lega della Gioventù Comunista; fu l’inizio della sua ascesa alla guida della Nazione, cominciando a ricoprire incarichi dirigenziali nelle province di Shaanxi, Hebei, Fujian e Zhejiang.
25 anni dopo, nel 1999, Xi Jinping ricopre per la prima volta la carica di Governatore, nella provincia del Fujian, 9 anni dopo gli venne conferito l’onore di presiedere i lavori di preparazione per la XXIX Olimpiade che si tenne a Pechino nel 2008.
Constati i grandi successi conseguiti da Xi Jinping, il Partito Comunista Cinese concede al giovane rampollo la segreteria del partito, annettendo alla carica anche la direzione della Commissione militare centrale.
Solo un anno dopo, il 14 marzo del 2013, Xi Jinping è stato eletto presidente della Repubblica dal Congresso nazionale del popolo, riunitosi per l’elezione del nuovo governo, succedendo a Hu Jintao;
Venne riconfermato alla presidenza della Repubblica Popolare Cinese nel Marzo del 2018, mandato che teoricamente avrebbe dovuto coincidere con l’ultimo, essendo stabilito questo limite nella stessa costituzione, ma il Congresso nazionale approvò la rimozione del limite ai due mandati presidenziali, dano la possibilità a Xi di mantenere l’incarico di presidente a vita
L’ombra di Mao Zedong
Il “nuovo timoniere“, questo il soprannome comunemente attribuito al Presidente a vita Xi Jinping, un chiaro riferimento come naturale erede di Mao Zedong; sebbene ad entrambi si possa attribuire una innata capacità di Leadership, l’accostamento tra i due potrebbe risultare avventato, sta nella fiducia e nella stima reciproca che arde tra Xi Jinping ed il Partito Comunista Cinese la sostanziale differenza con il “Grande Timoniere“, che al contrario sembra provasse un sentimento di restrizione provenire dal PCC.
Mao era inoltre un fervente sostenitore del Comunismo agrario, a differenza di Xi Jinping, che si potrebbe definire come un misto tra nazionalismo, confucianesimo e socialismo di Stato, portandolo a rappresentare per la Repubblica Popolare Cinese, un vero a proprio CEO, affrontando le decisione politiche ed economiche con lo spirito di una efficientissima azienda.