Chi avrebbe mai pensato prima della fine degli anni ’70 che il PSI avrebbe visto il proprio segretario svolgere il ruolo di presidente del consiglio? Il PSI durante tutto il periodo che va dalla costituente fino al 1983 sembrava destinato ad essere un partito schiacciato tra le due principali forze del panorama politico italiano, DC e PCI. Fu con l’ascesa di Craxi nel ’79 che il gioco politico vide il PSI “alzare la voce” fino ad arrivare alla formazione del I Governo Craxi. Per diventare nei fatti una forza determinante e trainante nella politica italiana. Il PSI per riuscire nell’impresa dovette darsi un aggettivo “Nuovo” che non ne cambierà il nome ma la sostanza tratteggiandone il cambio di prospettiva. Oltre alle condizioni dettate dalla nuova guida socialista ci sono le congiunture di politica interna . Il “compromesso storico” dopo la morte di Aldo Moro naufragò e le divisioni interne della DC sembrarono sempre piu pesare sul “partito stato” favorendo l’apertura a governi alternativi a quello democristiano. Arrivarono in oltre gli scandali della P2 nel ‘a turbare ulteriormente la situazione polita. Sarà, in fine, con la svolta del Pentapartito, cosi chiamato perché vede l’alleanza di DC,PSI,PSDI,PRI,PLI, che si concretizzano le opportunità socialiste di svolgere prima il ruolo di “ago della bilancia” e in un secondo momento di prendere la guida effettiva del paese. li 21 luglio 1983 Craxi venne incaricato di formare un nuovo esecutivo e sarà un altro socialista a dargli l’incarico, Sandro Pertini.
Le Riforme
Una volta al governo il PSI a guida craxiana varò decisive riforme nei settori piu delicati dell’economia in quel momento fortemente condizionata da un inflazione a doppia cifra. L’inflazione nel momento di ascesa di Craxi aveva raggiunto il 12,3%. Molti adducevano questa causa alla “scala mobile”. Frutto di un accordo politico-sindacale degli anni 70 per contenere la perdita di potere d’acquisto dei salari la “scala mobile” indicizzava i salari all’aumento dell’inflazione. Craxi contro la Cgil e il PCI ma supportato dalla CISL e dalla UIL taglio di tre punti percentuali la scala mobile. I risultati di tale scelta sembrarono sortire i loro effetti nel 1987 con un inflazione piu che dimezzata, portata al 5,20%. Contemporaneamente il prodotto interno lordo sale sfiorando il 3% anno, contro un precedente incremento vicino allo zero. l’Italia si pone al quinto posto nel mondo per reddito pro-capite. Un altra riforma portata dal governo Craxi fu un nuovo concordato con la santa sede chiamato anche, L’accordo di Villa Madama. Scopo principale del trattato e rivedere gli accordi tra stato e chiesa ormai datati 1929, i cosi detti Patti Lateranensi. La riforma puntava ad abolire il cattolicesimo come religione di stato e a far cessare la “congrua” dando in cambio la creazione del 8 per mille per far percepire una rendita su base volontaria e personale alla chiesa e l’istituzione dell’insegnamento facoltativo della religione cattolica nelle scuole. Sebbene le riforme in campo economico portarono dei benefici in campo inflazionistico e in ambito sociale un punto in particolare fu dolente dell’amministrazione socialista, l’aumento del rapporto tra debito pubblico e PIL che aumento del 20% passando dal 70% al 90%.
Il Craxismo
Il periodo di governo del PSI lo si associa spesso alla figura di Craxi ed è nei fatti comprovato che il peso politico del segretario del PSI fu fondamentale nel periodo in analisi. Fu coniato un termine per indicare l’idea che guidava il governo socialista degli anni ’80, Craxismo. Craxi , grazie ai suoi modi decisi e incisivi, venne accusato di essere un decisionista, sprezzante di ogni altra linea di pensiero se non quella portata avanti da esso stesso. Caratterizzanti degli aspetti della guida craxiana furono la sempre maggiore centralità del leader di partito e della rottura con le ideologie. Nonostante l’aspetto negativo di una sempre maggiore personificazione del potere la leadership del segretario del PSI fu anche letta come una metamorfosi stessa della collettività italiana che Craxi seppe interpretare a suo favore e cambiar pelle alla politica italiana introducendo una nuova classe dirigente. I reduci di quella esperienza, terminata tragicamente per il partito socialista con l’inchiesta di Mani pulite, divennero protagonisti in molti dei partiti della cosi detta “seconda repubblica”. I socialisti si divisero e approdarono chi nel centro destra chi nel centro sinistra diventando , soprattuto con i governi Berlusconi elementi fondamentali della nuova dirigenza politica nazionale.