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Elezioni USA: Joe Biden e Donald Trump alle prese con le crisi dei Partiti

Sebbene manchino diversi mesi alla stagione elettorale negli States, gli ultimi sondaggi di NewsHour, NRP e Marist dimostrano che per le presidenziali del 2024 sia Repubblicani che democratici si starebbero già preparando, valutando anche potenziali candidati inediti.

É innegabile che sia il Presidente Joe Biden, che l’ex Presidente Donald Trump godano ancora di un certo prestigio e consenso all’interno dei loro rispettivi schieramenti, ma presumere che i giocatori in campo siano stati già tutti schierati, potrebbe essere avventato. Sussurri all’interno dei due Partiti lasciano pensare che la partita sia ancora tutta da predisporre.

Lo stesso Donald Trump non riconoscerebbe in Biden il proprio avversario, il candidato da battere per l’ex presidente sarebbe il governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex inquilino della Casa Bianca avrebbe infatti dichiarato, a favore di microfoni, che: “DeSantis sta perseguendo aggressivamente politiche che non hanno lo scopo di unire il paese intorno a se”

Le intenzioni del Partito Democratico

In casa Democratici la questione potrebbe essere più complicata del previsto, il partito sarebbe infatti spaccato in due, circa la metà dei Democratici e degli indipendenti di orientamento democratico ha affermato che sosterrebbe Biden, sempre che il suo partito lo nominasse per un’altra candidatura Presidenziale nel 2024. 

In effetti il consenso del Presidente in carica, stando ai sondaggi di dicembre, quando il paese stava affrontando una pesante inflazione che ostacolava l’economia americana, sarebbero aumentati di 12 punti percentuali.

L’aumento dei consensi per Biden tuttavia non è assolutamente da intendersi come una vittoria, si perché circa il 45% dei Democratici e degli indipendenti dichiara di ambire ad un volto nuovo alla Casa Bianca in rappresentanza del Partito nel 2024, e sebbene quale sia questo volto nuovo non sia chiaro ad oggi.

Joe Biden ha forgiato il sostegno nella sua base, “non c’è davvero un’alternativa ovvia”, ha dichiarato Max Seligsohn, orientalista russo naturalizzato statunitense, dichiarando inoltre che il “tiepido sostegno che Biden ha a questo punto, non è insignificante, considerando i risultati della sua amministrazione e il fatto che ha già sconfitto Trump una volta”.

Il Presidente in seguito al consueto discorso sullo stato dell’unione, avrebbe goduto di una notevole spinta nei sondaggi, in merito almeno a quanto fatto nel corso del proprio mandato, portando gli americani ad una divisione uniforme nell’indice di gradimento per il Presidente, con il 46% che afferma di sostenere quanto fatto finora, contro un altro 46% che dichiara di non ritenersi soddisfatto di Biden.

Il Presidente può contare su alcuni successi, come armi nella scalate verso un secondo mandato, come un risultato a medio termine migliore del previsto per i Democratici, un’economia in miglioramento, una copertura positiva del suo discorso sullo stato dell’Unione e il potenziale per una resa dei conti tra i Repubblicani per il loro candidato alla presidenza.

Le intenzioni del Partito Repubblicano

Anche Donald Trump parrebbe avere avuto un aumento dei consensi all’interno dei propri ranghi, passando da un 35% di sostenitori ad un più solido 42%, quasi la metà del partito quindi vorrebbe vedere il Grand Old Party nominare Trump per la corsa alle Presidenziale del 2024 in rappresentanza dei Repubblicani.

La minaccia ad un nuovo mandato per l’ex  Presidente è da ricercarsi in quel 58% di elettori che non avrebbe esitato ad escludere Trump dalle Presidenziali 2024, ritenendo che: “il candidato del Partito é da cercare altrove”

I più grandi nemici Trump li avrebbe irrealtà in casa propria, Gerry Kaufhold, un repubblicano registrato di 51 anni di Kearny in Arizona, si è infatti sempre dichiarato un fervente oppositore dell’ex Presidente, accusandolo di aver sfruttato la propria reputazione, scaturita dalla cultura pop, per poter servire alla Casa Bianca, paragonandolo al collega Ronald Regan.

Trump “ha cavalcato il suo status di celebrità, non c’era lì“, ha detto Kaufhold, che si definisce un “repubblicano deluso” che ha sostenuto il partito quando ha affermato che rappresentava un piccolo governo, responsabilità fiscale e leader nazionali che hanno permesso alla popolazione locale di risolvere i problemi locali. “Non credo che ci siano adulti che gestiscono il Partito Repubblicano”, ha detto.

I dati riportati nell’articolo sono stati elaborati da PBS NewsHour, NPR e Marist Poll, che hanno condotto un sondaggio tra il 13 e il 16 febbraio, coinvolgendo 1.352 adulti statunitensi, con un margine di errore di 3,3 punti percentuali e 1.210 elettori registrati con un margine di errore di 3,5 punti percentuali.

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