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Elezioni politiche 2022, la maledizione dell’alternanza destra/sinistra

La scomoda verità taciuta nel nostro "Bel Paese" è che le cose non sono destinate a cambiare, diamo il nostro placido consenso ad un alternarsi di politici che hanno sempre guardato il mondo dalla stessa finestra

Alcuni lo hanno definito un voto di protesta, altri lo etichettano come un pericolo per la libertà e i diritti civili, i più attenti descrivono semplicemente una sconfitta della democrazia in riferimento all’affluenza nelle urne, la verità è che come molto spesso accade nelle questioni umane nulla è mai totalmente nero o bianco, è arrivato forse il momento di addentrarci nell’infinito grigio di cui è fatta la nostra politica.

Un occhio al passato

La storia della nostra Repubblica è caratterizzata da uno schematico ciclo di alternanza che ha visto susseguirsi ad una maggioranza di centrosinistra una di centrodestra, guardando alla storia Repubblicana infatti, all’XI legislatura, definita dai governi Ciampi e Amato, ne conseguì, nella XII, i governi a guida Berlusconi e Dini, nella XIII nuovamente Amato, Prodi e D’Alema e così via ciclicamente fino ad arrivare alla XIX legislatura nel 2022, quella che ci apprestiamo a conoscere e che vedrà quasi sicuramente un primo governo a guida Giorgia Meloni.

Presa coscienza di questo fenomeno, verrebbe da interrogarsi su quali siano le reali motivazioni sociologiche di questa tendenza degli Italiani alle urne, eppure sebbene sia un elefante nella stanza, ad ogni tornata elettorale l’opinione pubblica tende a ridisegnare sempre lo stesso scenario, la narrativa tende a limitarsi ad una serie di congetture superficiali, tra le più comuni troviamo il voto di protesta o la speranza portata da un “nuovo candidato” in rapida ascesa, tutti fattori assolutamente rilevanti, ma sicuramente non autoesplicativi di vittorie o sconfitte politiche.

Le campagne elettorali

La Politica Italiana ci ha abituato, negli anni, a sempre più selvagge campagne elettorali, popolate di scherni, accuse, minacce, ma anche e sopratutto di promesse, una sequenza infinita di politici pronti ad assicurare abbassamenti di tasse, garantire incrementi salariali e la creazioni di milioni di nuovi posti di lavoro.

Nel nostro “Bel Paese“, in particolare, alcuni aspetti chiave tornano reiteratamente ad ogni tornata elettorale, la “Sinistra” non manca di accusare la “Destra” di strizzare l’occhio a quei pochi nostalgici del “Ventennio”; viceversa il centrosinistra viene accusato di aver perso il contatto con il popolo ed essersi rinchiuso all’interno di palazzi e salotti intellettuali.

Insomma ogni 5 anni assistiamo ad una feroce gara a chi la spara più grossa, i più ingenui potrebbero pensare che tanto basterebbe a giustificare la vittoria di uno schieramento o dell’altro, che è il “migliore” in campagna elettorale ad assicurarsi una maggioranza in parlamento, nulla di più fuorviante, quali siano le reali intenzioni di voto si conoscono sin dalla caduta del governo precedente.

La campagna elettorale rimane quindi un semplice memento al popolo, di chi è sopravvissuto alla legislatura e chi no, la gara di ostentazione è difatti utile per i partiti alla sola sopravvivenza politica nella legislatura nascente.

Il segreto di Pulcinella

Non può esistere, date le condizioni attuali, una maggioranza in grado di soddisfare il corpo elettorale; tanto semplice quanto crudele, la principale motivazione per la quale ad ogni chiamata alle urne il popolo sceglie l’opposizione e non riconferma il mandato al governo uscente è che non esistono, ad oggi, gli strumenti idonei a governare il paese.

Le grandi battaglie, di Destra o Sinistra che siano, hanno sempre avuto un punto in comune, essere politiche a budget zero, che sia la lotta all’immigrazione o lo “Ius Soli”, il Diritto all’aborto o la legalizzazione della marijuana; non ha importanza la complessità delle questioni, che andrebbero ovviamente affrontate con il massimo della serietà, la priorità diventa non addossarsi la responsabilità di dover affrontare i reali problemi del paese.

Ipotizziamo per un secondo che un partito si faccia portavoce della lotta alle più grandi crisi del nostro tempo, che ad esempio minacci di contrastare i cambiamenti climatici attraverso drastiche misure che muterebbero lo stile di vita comodo e placido a cui siamo abituati, che prometta di contrastare in toto l’evasione fiscale attraverso una solida campagna di controlli e verifiche, che non permetterebbero più al dentista di paese di non fatturare, è triste pensare che probabilmente non supererebbe neanche la soglia di sbarramento.

La nuova maggioranza di CentroDestra a guida Giorgia Meloni verosimilmente, in maniera inedita per la nostra repubblica, governerà il Paese per tutto il corso dei 5 anni di Legislatura, attuerà politiche conservatrici e ostacolerà l’adeguamento agli standard europei in materia di diritti civili, suscitando un sentimento di malcontento nell’elettorato che in questo turno è rimasto dormiente, innescando alle prossime elezioni politiche un ritorno in auge del centrosinistra, facendo si che il serpente continui a mangiarsi la coda.

Citando De Gaspari“Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”, ma di statisti in Italia ne abbiamo avuti ben pochi.

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