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Terremoto in Siria: una corsa alla solidarietà con decenni di ritardo

La Siria porta le cicatrici di 12 anni di guerra brutale, i cui effetti rischiano di ostacolare gli aiuti nelle aree più colpite dal terremoto. Assalito da conflitti, penuria di cibo, collasso economico e una recente epidemia di colera, l'infrastruttura nazionale del paese è in crisi da anni, nessuno sembra in grado di aiutare la popolazione siriana, devastata da una guerra che ha colpito indistintamente una popolazione inerme.

Già vittime di infrastrutture fatiscenti e penuria di cibo, la popolazione siriana devastata dalla guerra non era preparata ad un terremoto catastrofico. Il popolo siriano è stato vittima di molte cose negli anni, ma il crimine che fa più male è l’indifferenza di un mondo spesso ipocrita e raramente solidale.

La condanna del popolo siriano

La regione siriana settentrionale, quella confinante con la Turchia, è stata vittima, negli ultimi decenni, di bombardamenti aerei che hanno decimato case, ospedali e cliniche. Quella stessa regione lunedì è stata colpita da un terremoto di magnitudo 7.8.

Epicentro del terremoto
Epicentro del terremoto

Tra tutte Aleppo è stata la città che ha sopportato il peso maggiore dell’offensiva combinata russo-siriana per la riconquista delle aree controllate dai ribelli, affrontando incessanti bombardamenti aerei e sfregio del diritto umano fino a non più di 6 anni fa.

Tragedia nella tragedia, al termine dei conflitti, il governo una volta reclamata la città non avrebbe previsto alcun piano di ricostruzione sistematica delle aree residenziali, costringendo la cittadinanza a vivere in edifici danneggiati e fatiscenti.

Quando una guerra è giusta? In che modo un operazione militare giustifica la morte di civili innocenti? La risposta è ovviamente mai, tuttavia in un mondo imperfetto talvolta la guerra si rende necessaria, quindi la domanda diventa un’altra, come può un governo espiare le proprie colpe? In questo caso la risposta sarebbe meritevole di interessantissimi dibattiti, dicerto però la risposta non può essere il completo disinteresse nei confronti di un popolo che quella guerra non l’ha scelta, è orribile pensare che basti nascere nella parte sbagliata del mondo affinché un ordigno distrugga la tua casa e il mondo la chiami vittoria, è bene ricordare che le prime vittime della Guerra in Siria, è il popolo siriano

La corsa (in ritardo) alla solidarietà per la Siria

“L’infrastruttura è danneggiata, le strade che usavamo per il lavoro umanitario sono danneggiate, dobbiamo essere creativi su come raggiungere le persone… ma stiamo lavorando sodo”, ha detto il coordinatore residente delle Nazioni Unite, El-Mostafa Benlamlih.

Nonostante di rimostranze dell’Associazione Siriana per la Dignità dei Cittadini, sulla necessità di lasciare aperti tutti i valichi, al fine di agevolare gli aiuti umanitari; Il governo di Damasco ha invece annunciato, inspiegabilmente, il vincolo di un solo valico di frontiera per l’ingresso degli aiuti. Il Governo vedrebbe i tentativi di solidarietà internazionale come una minaccia alla propria sovranità e un pericolo per la buona riuscita della riconquista della regione di Idlib, nel nord-ovest del Paese.

“Le aree più colpite dal terremoto all’interno della Siria sembrano essere gestite dall’opposizione controllata dalla Turchia e non dal governo siriano”, ha affermato Mark Lowcock, ex capo degli affari umanitari delle Nazioni Unite. “Sarà necessaria l’acquiescenza turca per portare aiuti in quelle aree. È improbabile che il governo siriano si renda disponibile a favorire gli aiuti”.

Nonostante tutto la solidarietà che il mondo starebbe dimostrando verso il popolo siriano, parrebbe più di facciata che concreta. Le Nazioni Unite denunciano un sostegno internazionale sottofinanziato; meno della metà dei 4,4 mld di dollari necessari per fronteggiare le crisi affrontate nel solo 2022, sono arrivate a destinazione, condannando l’inerme popolo siriano all’incertezza perpetua.

La Siria aveva bisogno di aiuto da molto prima che Lunedì

Le Nazioni Unite stimano che oltre 4 milioni di persone nel nord-ovest della Siria dipendono dagli aiuti transfrontalieri per la loro sopravvivenza quotidiana. Le linee del fronte della guerra in Siria sono state in gran parte congelate per anni, l’aggravarsi della crisi economica ha quindi portato a carenze significative di carburante, maggiori interruzioni di corrente e crescenti privazioni.

Nel calderone dei problemi siriani, si insidierebbe anche l’ombra della corruzione politica, le voci dell’opposizione a Damasco accuserebbero infatti il Presidente siriano, Bashar al-Assad, di sfruttare la crisi energetica per controllare i distretti dove i suoi oppositori prosperavano, sospendendo i servizi elettrici volontariamente al solo fine di punire i residenti.

Molto prima del terremoto, le Nazioni Unite sostenevano che il numero di persone bisognose di sostegno umanitario era maggiore che in qualsiasi momento dall’inizio della guerra, stimando che oltre il 70% della popolazione necessitava urgentemente di aiuto.

Appena la scorsa settimana, il Programma Alimentare Mondiale ammonì che i tassi di fame in Siria avrebbero toccato il loro punto più alto dall’inizio della guerra; 2,9 milioni rischiavano gravi condizioni di denutrizione, mentre altri 12 milioni dipenderebbero completamente da terze parti per il proprio sostentamento.

Le Nazioni Unite stimano che il 90% dei 18 milioni di persone in Siria viva in completa povertà, con l’economia colpita da conflitti, siccità e pandemia da Covid, nonché dalle conseguenze del crollo finanziario nel vicino Libano.

 El-Mostafa Benlamlih, Coordinatore Umanitario ad Interim per la Siria alle Nazione Unite, ha dichiarato che il terremoto non farà che peggiorare la situazione. “Sono le stesse persone che hanno sofferto per anni, oggi soffrono di più”.

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