È lunedì. E come ogni lunedì, vi accompagniamo nella lettura e nella comprensione dei dati relativi ai sondaggi politico-elettorali pubblicato dal sito ufficiale dei Sondaggi Politici ed elettorali a cura del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La discesa di Fratelli d’Italia sembra non avere fine. Anche questa settimana, il partito di Giorgia Meloni segna un -0,2%, un dato che certifica il non gradimento, da parte dell’elettorato, per l’attuale politica del principale partito di maggioranza. E non hanno tutti i torti, gli elettori di Fratelli d’Italia: rispetto alle grandi promesse in campagna elettorale, Meloni sta deludendo le loro attese.
Il grande tema della settimana in cui sono stati effettuati i sondaggi è stato quello dei migranti. In campagna elettorale, Meloni aveva promesso di diminuire gli ingressi e di cambiare l’attuale sistema di accoglienza in Europa. Ma di fronte alla realtà, il governo a trazione Fratelli d’Italia ha dovuto fare marcia indietro, ha dovuto scendere a compromessi o, meglio, ha dovuto accettare la realtà: che la migrazione non è un fenomeno che si può gestire nell’ottica ristretta degli stati nazionali. La crisi in Tunisia, infatti, ha moltiplicato le partenze dall’Africa all’Europa: dal 1° gennaio-27 marzo sono sbarcati sulle coste italiane 26.927 migranti, 20.384 in più rispetto ai 6.543 dello stesso periodo nel 2022. E il sistema degli hotspot in Italia è in difficoltà: quello di Lampedusa, solo per citare quello che, negli anni, è maggiormente assurto agli onori della cronaca, ospita quasi il 400% di migranti in più rispetto alla sua capienza massima.
Se questi sono i numeri – da record – servirebbe sì aprire un dialogo in Europa – dialogo che, bisogna ricordarlo, nei mesi scorsi è stato fatto naufragare proprio dai Paesi sovranisti a cui Meloni guarda con favore, Ungheria in primis. Ma in questo momento la posizione dell’Italia non è tra le più favorevoli. E non solo perché Giorgia Meloni non dà le stesse garanzie di Mario Draghi. In questo momento, è il nodo dei ritardi sul Pnrr a far guardare a Roma non certo con benevolenza. E, cosa ancor più grave, il governo italiano non si prende le sue responsabilità, scaricandole sull’esecutivo precedente.
Insomma, l’enorme occasione che l’Italia ha con il Pnrr non solo rischia di non essere sfruttata, ma rischia anche di marginalizzare l’Italia all’interno dell’Unione Europea.
Chi trae più beneficio da questa situazione è certamente la Lega, che mantiene la sua posizione intransigente sulla questione migranti e guadagna lo 0,3%. Prima, piccola battuta d’arresto per il Partito Democratico, che segna un -0,1% e non riesce a sfondare la quota 20%, ma resta a +4% dal Movimento 5 Stelle. Un risultato impensabile, appena due mesi fa.
Di seguito i sondaggi che abbiamo considerato, seguiti, come sempre, dalla nostra media e dai dati sull’astensionismo.