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Guerra in Ucraina: Mosca punta sulla Moldavia

Un partito filo-russo ha fomentato martedì le proteste antigovernative nella capitale della Moldova, Chișinău, mentre la Russia continua a intromettersi nella politica del paese in mezzo ad una spinta orientata all'Occidente del governo moldavo.

proteste in moldavia
Proteste filo-surre in moldavia

La Moldavia, un piccolo paese al confine sud-occidentale dell’Ucraina, rischia di venire trascinata nel baratro della guerra di Mosca, la Russia infatti sarebbe accusata di aver gettato le basi per un colpo di stato che favorirebbe il Cremlino nella guerra in Ucraina.

Le accuse a Mosca di Maia Sandu

Le accuse del Presidente della Moldavia, Maia Sandu, se confermate dipingerebbero un quadro estremamente preoccupante per il futuro di questa guerra fuori dal tempo, il Primo Ministro moldavo infatti accuserebbe Mosca di aver infiltrato alcuni “sabotatori“, così sono stati definiti, travestiti da civili, al solo scopo di alimentare i disordini nella regione, gettando benzina sul fuoco in un periodo storico in cui la Moldavia già si trova a far fronte ad una pesante instabilità politica.

Dalla controparte tuttavia non solo arriverebbero secche smentite, ma verosimilmente Mosca accuserebbe a sua volta Kiev di aver pianificato il proprio assalto a un territorio filo-russo in Moldavia, dove Mosca ha un punto d’appoggio militare, aumentando i timori che stia creando un pretesto per un’annessione in stile Crimea.

Nel tentativo di mediare, dove possibile, ai nuovi avvenimenti nel territorio infestato dalla guerra, il Presidente americano Joe Biden ha incontrato, la scorsa settimana il Presidente Sandu a margine del suo viaggio a Varsavia, sebbene non sia chiaro se il Presidente moldavo abbia accettato o meno l’invito alla Casa Bianca per approfondire la questione, il Presidente Biden ha tenuto a ribadire il sostegno alla “sovranità e integrità territoriale” della Moldavia, in una dichiarazione ufficiale al termine della visita.

Le dinamiche della questione Moldava

I primi di febbraio, il Presidente Zelensky avrebbe avvertito che fonti di intelligence ucraine avrebbero intercettato informazioni cruciali, in merito ad una ipotetica operazione, organizzata dal Cremlino, volta a destabilizzare la già precaria situazione politica in Moldavia.

La Moldavia infatti sarebbe alle prese con un periodo di crisi inedito, caratterizzato dall’aumento dei prezzi del gas e un’inflazione inaudita, condizioni che hanno portato alle inevitabili dimissioni del suo Primo Ministro.

Susseguì a Chișinău, la capitale moldavă, il presidente Sandu, che mantenne con coerenza il mandato del predecessore, adottando una serie di politiche a favore dell’Unione Europea. In seguito al cambio di governo tuttavia ne conseguì un inasprirsi quasi immotivato delle proteste filo-russe nella capitale, sostenute e fomentate da un partito marginale filo-russo.

Il tempismo di queste rivolte non ha potuto che insospettire il governo moldavo, tanto da spingere il Presidente Sandu a lanciare un’accusa diretta a Vladimir Putin, con l’accusa di aver approfittato dell’instabilità istituzionale in corso, per fomentare rivolte filo-russe nella regione.

Sandu avrebbe affermato infatti che il governo lo scorso autunno avrebbe pianificato “una serie di azioni che coinvolgono sabotatori, con addestramento militare, travestiti da civili per compiere azioni violente, attacchi a edifici governativi e presa di ostaggi”.

Le accuse a carico di Mosca sono in effetti molto gravi, tanto da insospettire molti osservatori internazionali, che tuttavia non sono stati in grado di verificare tali informazioni, limitando le dichiarazioni del Presidente Sandu a mere speculazioni.

È chiaro che queste minacce dalla Russia e l’appetito di intensificare la guerra nei nostri confronti è molto alto”, ha dichiarato Iulian Groza, ex viceministro degli esteri della Moldavia e ora direttore dell’Istituto per le politiche e le riforme europee con sede a Chisinau,“La Moldavia è il paese più colpito dopo l’Ucraina dalla guerra, siamo ancora un piccolo paese, con un’economia sottosviluppata, e questo crea molta pressione”.

Le dichiarazioni di Mosca

Mosca si dichiara Innocente, tuttavia la comunità internazionale avrebbe fatto notare una sospetta somiglianza nel modus operandi, delle operazioni russe svolte da prima in Crimea e successivamente in Ucraina.

Ora infatti Putin avrebbe revocato, in seguito alle accuse d Sandu, un decreto di politica estera del 2012 che riconosceva in parte l’indipendenza della Moldavia, decisione a cui seguì l’accusa da parte del Ministro degli Affari Esteri russo all’Ucraina, secondo il quale Kiev starebbe “preparando una provocazione armata contro la regione separatista filo-russa della Transnistria della Moldavia nel prossimo futuro”.

Anche in questo caso però non ci sarebbero prove a supporto delle accuse mosse dal Ministero russo, suscitando una reazione di sdegno da parte del Governo moldavo, che avrebbe etichettato le accuse come “ridicole e senza fondamento”.

I timori dell’occidente

Le affermazioni russe avrebbero messo in allerta i leader occidentali, arrivando quasi esattamente un anno dopo che Putin aveva fatto affermazioni simili e prive di fondamento secondo cui i russi sarebbero stati presi di mira nel Donbass, il fianco orientale dell’Ucraina, dove Mosca aveva sostenuto i separatisti militanti dal 2014, permettendogli di lanciare l’invasione del paese con il pretesto dell’autodifesa.

“Abbiamo visto attività costanti della Russia che cercavano di esplorare e sfruttare lo spazio informativo in Moldavia usando la propaganda”, ha detto Groza. “Con la guerra, tutti questi strumenti che la Russia utilizzava prima si sono moltiplicati e intensificati”, ha detto. “Quello che vediamo è una riattivazione dei delegati politici russi in Moldavia”.

“Vedo molte impronte digitali delle forze russe e dei servizi russi in Moldavia”, ha dichiarato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. “Questo è un paese molto debole e tutti dobbiamo aiutarlo”.

 

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