Home Storia Fascismo 19 marzo 1919. La nascita dei Fasci di Combattimento

19 marzo 1919. La nascita dei Fasci di Combattimento

Per la rubrica Hi, Storia!, questa settimana torniamo al 1919, a Milano. Dove un giovane Benito Mussolini diede avvio all'esperienza che si sarebbe trasformata, negli anni a venire, nella dittatura fascista. Buona lettura!

Milano, Piazza San Sepolcro, 23 marzo 1919.

Nel salone del Circolo dell’Alleanza industriale e commerciale si sono riunite un centinaio di persone, delle più diverse classi sociali e opinioni politiche: ex-interventisti, ex-combattenti, futuristi, anarco-sindacalisti, nazionalisti, ex-socialisti. Come mai?

Nelle settimane precedenti, sul suo giornale, «Il Popolo d’Italia», Benito Mussolini ha tenuto una pressante campagna che chiamava all’adunata i reduci della Grande guerra. Ma il suo obiettivo era farsi portavoce del diffuso malcontento che dominava la società italiana del primo dopoguerra.

L’Italia di questi anni è un Paese allo sbando. Versa in una gravissima situazione economica, politica e sociale: disoccupazione, povertà, crisi della classe dirigente liberale di fronte alla massificazione della politica; l’enorme problema del reinserimento in società dei reduci di guerra, traumatizzati da un’esperienza totalizzante e drammatica com’è stata la Prima guerra mondiale; un nazionalismo che soffiava sull’onta della mancata annessione di Fiume. E poi le grandi lotte socialiste e l’ondata di scioperi iniziata a giugno – periodo che passerà alla storia come il “biennio rosso”, tra il giugno 1919 e la fine del 1920 -, che in molti interpretano come l’inizio della rivoluzione comunista. Che fa paura: e se in Italia “si fa come in Russia”? Se i comunisti vicono?

Dal palco del Circolo dell’Alleanza industriale e commerciale, Mussolini espone il suo progetto: la creazione di un nuovo movimento, vitalistico e rivoluzionario, che trasformi l’“Italietta” giolittiana in una nuova, grande potenza europea.

Il programma del nuovo movimento, però, è ancora molto confuso. Si mescolano assieme istanze conservatrici e nazionaliste, come la rivendicazione di Fiume, ad altre socialisteggianti, come il suffragio universale, la partecipazione degli operai alle aziende, la conferma della riduzione dell’orario di lavoro a otto ore. D’altronde, politicamente parlando, Mussolini era nato socialista ed era stato il leader di quel partito fino alla svolta del luglio 1914.

Molto forte è la componente antimonarchica, antiparlamentare, anticlericale, antisocialista: insomma, una contestazione tout court della realtà del momento, dominata dai “rossi” e dalla lenta agonia di un sistema politico, quello liberal-democratico, che non aveva saputo cambiare per governare il nuovo mondo uscito dalla guerra.

Gli ascoltatori sono affascinati: Mussolini è un grande oratore, carismatico, dice esattamente quello che loro vogliono sentirsi dire, e soprattutto non rimanda questo progetto a un indeterminato domani.

No, Mussolini è un uomo d’azione e chiama a raccolta altri uomini d’azione, pronti a mobilitarsi immediatamente e anche a usare la violenza, se necessario.

Un triste presagio di ciò che avverrà negli anni successivi.

Il 23 marzo 1919, in Piazza San Sepolcro, nel Salone del Circolo dell’Alleanza industriale e commerciale, nascevano i Fasci di Combattimento.

Exit mobile version