Socialisti nel CLN

Una voce esce chiara e nitida dalle radio di chi nell’etere aspetta le ultime fasi di un conflitto lungo e duro che ha diviso la penisola in due. L’Italia prima come paese cobelligerante della Germania Hitleriana e poi dopo l’8 settembre e l’armistizio di Badoglio paese occupato e diviso da un fronte che risale anno dopo anno dal Sud fino al Nord. La voce che dalle onde radio di Radio Milano Libera parla ad una Milano orami pronta a liberarsi dal gioco nazifascista è quella di un socialista che diventerà simbolo, molti anni dopo, della bella politica. Sandro Pertini da responsabile dell’organizzazione militare proclama ” Arrendersi o perire!”. Il discorso tenuto a nome del CLNAI esorta i fascisti e nazisti ad arrendersi e ha lo scopo di preparare l’insurrezione nazionale di quella parte d’Italia che è orami pronta a terminare lo scontro. Nella narrazione comune della Resistenza sembra quasi sempre narrata come legata ad un solo partito, quello comunista. Nei fatti però anche altri attori politici ebbero un peso notevole. Non è un caso che Pertini sia la voce che darà vita alle giornate del 25 Aprile e della definitiva fine dell’occupazione militare tedesca. Che ruolo avevano però i socialisti dentro il CLN? Il legame che porterà ad avere un peso considerevole dentro il CLN il contributo dei socialisti fu il patto siglato con il PCI di Togliatti. La partecipazione socialista alla resistenza non è il motivo del patto ma bensì viceversa. Stipulato nel ’34 a Parigi venne rinnovato nel ’43. In entrambe le date lo scopo principale era la lotta al fascismo. Testimone di questa alleanza fu la pubblicazione congiunta dei due organi di stampa dei partiti , L’Avanti e L’Unità. Durante gli anni della resistenza i socialisti si unirono sotto la sigla del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria – PSIUP che conteneva al suo interno diverse tendenze che comportavano contraddizioni sia in seno allo stesso partito sia nei rapporti con il PCI.

Le contraddizioni tra socialisti e comunisti nel CLN

I socialisti cercarono l’intesa con il PCI ma negli obbiettivi della lotta partigiana c’erano due differenti sfumature che in parte si contraddicevano. La contraddizione più che al vertice era forse piu presente alla base ma in sostanza la Resistenza per i comunisti era la lotta per riuscire a portare il modello sovietico in Italia, non per tutti va detto, mentre per i socialisti la natura della lotta era quella di arrivare ad una rivoluzione che conducesse ad una nuova forma democratica e repubblicana. Se la collaborazione militare nei fatti era congiunta nella strategia generale nelle azioni specifiche invece comunisti e socialisti spesso operavano senza comunicare le azioni armate con totale apertura. Nonostante queste differenze ci furono momenti di grande vicinanza come a seguito della liberazione di Roma dove la sinistra del PSIUP pensava perfino di ricucire le distanze a seguito della scissione del PCI del ’21. La riunificazione non fu però dei fatti mai realizzata a causa delle posizione della destra del partito guidata da Saragat.

Le differenti anime del socialismo durante la Resistenza.

Giuseppe Saragat, Sandro Pertini, Pietro Nenni, Ivanoe Bonomi furono tra i socialisti che più ebbero un peso nella gestione politico-militare del PSIUP durante la resistenza e nel CLN. Alla guida del CLN fu data proprio ad un socialista, Ivanoe Bonomi. Le posizioni poste agli estremi della linea politica da tenere, in taluni casi, furono quelle tra Nenni e Saragat. Il tema principale, era sempre il medesimo e  gravitava attorno alle relazioni e alle strategie politiche da tenere nei confronti del PCI. Nenni piu accondiscendente nel voler perorare un azione condivisa con il PCI mentre Saragat fermo oppositore di ogni politica che condividesse qualsiasi unificazione tra i due partiti o collaborazione strutturale. Piu moderate erano invece le posizioni di Pertini. Il braccio armato del partito all’interno del CLN era rappresentato dalle “Brigate Matteotti” che contavano su 70 differenti brigate operativi su piu teatri di scontro. I principali teatri dove le brigate socialiste furono impiegate furono nel Lazio, in Piemonte, in Lombardia, in Toscana e nel Veneto. Fu fondamentale il loro supporto in particolare per la liberazione di Roma. Non fu quindi secondo a nessun altra formazione politica l’impegno militare svolto dai militanti Socialisti e nella gestione del CLN. Fu dunque determinante il ruolo socialista nell’organizzazione militare e politica della resistenza italiana.

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