Da Lione a Torino arrivando fino a Londra, questo l’eco dell’indignazione che ha investito gli Europei, domenica 8 gennaio 2023 le Piazze di tutta Europa si sono ghernite di manifestanti, un accorato appello alla solidarietà verso le nostre sorelle Iraniane oppresse da un sistema sociale fuori dalla storia.
Le proteste in Iran
Le proteste in Iran sono iniziate a metà settembre, per la morte di Mahsa Amini. La donna di 22 anni è morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale iraniana con l’accusa di essersi rifiutata di coprirsi il volto.
La notizia pare aver scosso il mondo intero, di sicuro ha innescato un risentimento latente nel cuore delle donne iraniane tutte, proprio le donne infatti hanno svolto un ruolo di primo piano nelle proteste, con molte che hanno rimosso pubblicamente il velo islamico obbligatorio, noto come hijab.
Ad oggi sono stati quattro gli uomini giustiziati dall’inizio dei disordini civili. La magistratura iraniana ha nominato i due uomini impiccati questo mese come Mohammad Mehdi Karami e Mohammad Hosseini. Tutti i condannati hanno affrontato rapidi processi a porte chiuse, suscitando preoccupazione e sdegno da parte della comunità internazionale che teme per la tutela dei Diritti Umani nel Paese.
La solidarietà delle maggiori Piazze Europee
Migliaia di persone sono scese domenica nelle strade delle città europee per condannare la leadership iraniana per la sua repressione contro coloro che hanno preso parte alle proteste negli ultimi mesi.
Folle di persone hanno marciato domenica in Francia per onorare un uomo curdo iraniano che si è tolto la vita in un disperato atto di angoscia per le proteste in Iran. La polizia francese ha stimato le dimensioni della folla che si è radunata per Mohammad Moradi in circa 1.000 persone. Hanno marciato nella città di Lione, dove a dicembre il 38enne Moradi si è tolto la vita, annegando nel fiume Rodano.
A Londra, sul coro di “donna, vita, libertà”, uno slogan del movimento iraniano, i manifestanti hanno sventolato la bandiera pre-rivoluzionaria dell’Iran mentre marciavano verso Trafalgar Square e mostrando striscioni con immagini di manifestanti uccisi dalle autorità della Repubblica islamica.
In Italia le piazze di Torino e Roma hanno preso parte al movimento europeo, nella Capitale in particolare i manifestanti, riunitisi difronte all’Ambasciata Iraniana, hanno marciato al grido di “assassini“, abbandonando successivamente scatoloni pieni di petizioni firmate alle porte dell’Ambasciata.
Le reazioni di Bruxelles sul caso Iraniano
Dopo che le autorità Iraniane hanno aumentato il numero di esecuzioni a quattro durante le proteste a livello nazionale, che da metà settembre si sono intensificate in richieste per la fine del regime clericale iraniano; l‘Unione Europea non è più stata nella posizione di non prendere una posizione netta per la questione Iraniana.
Si è infine rivelata inequivocabile la posizione dell’Unione Europea, dichiaratasi “sconvolta” dopo che l’Iran ha giustiziato due uomini sabato e per aver ucciso un membro delle forze paramilitari durante le proteste scatenate dalla morte di una giovane donna in custodia.
In una dichiarazione pubblica l’alto rappresentante Josep Borrell ha espresso la sua vicinanza al movimento di protesta iraniano con le seguenti parole: “L’Ue è sconvolta dall’esecuzione di Mohammad Mehdi Karami e Seyyed Mohammad Hosseini arrestati e condannati a morte in relazione alle proteste in corso in Iran“
Ammonendo poi le autorità iraniane continuando la sua dichiarazione: “Questo è un altro segno della violenta repressione delle manifestazioni civili da parte delle autorità iraniane…. L’Unione Europea invita ancora una volta le autorità iraniane a porre immediatamente fine alla pratica fortemente condannabile di imporre ed eseguire condanne a morte contro i manifestanti”.
Il ricordo di chi non c’è più
“Giuriamo sul sangue dei nostri compagni, resisteremo fino alla fine”, in riferimento all’esecuzione di Mohammad-Mehdi Karami, 22 anni, e Seyyed Mohammad Hosseini, 39 anni, che sono stati impiccati sabato a Karaj, capitale della provincia di Alborz per a ovest di Teheran, per la presunta uccisione di Ruhollah Ajamian, un agente della milizia Basij durante le proteste di novembre.
La famiglia di Karami ha visitato la sua tomba domenica, accendendo candele e deposto fiori sulla tomba di Hosseini, anch’egli impiccato. Hosseini che non aveva parenti stretti se non suo fratello per ricevere il suo corpo, che fu sepolto vicino a Karami nello stesso cimitero.