La politica a Sanremo e l’isolamento in Europa. La settimana…in pillole!

Disegni di legge, incontri diplomatici, meeting all'estero, dichiarazioni: ecco la nuova puntata della rubrica che vi racconta i fatti della settimana. Per non perdere il filo tra le notizie che ogni giorno ci sommergono. Buona lettura!

La settimana politica è stata quasi del tutto monopolizzata dal Festival di Sanremo, iniziato martedì 8 febbraio. Che, in realtà, aveva già dato vita ad aspre polemiche nei giorni precedenti. Prima sulla questione dell’intervento di Zelensky diretto al popolo italiano, poi sul tema di genere sollevato dalla deputata di Fratelli d’Italia Maddalena Morgante, che ha accusato il festival di promuovere l’ideologia gender free, diseducativa e pericolosa, usando come pretesto alcune frasi del cantante Manuel Franco Rocati, in arte Rosa Chemical.

Un evento, il Festival, che di per sé politico non è, ma che quest’anno in particolare si è caratterizzato come tale. Perché questa è una delle edizioni su cui la politica ha affondato maggiormente gli artigli. Anche se parlare di diritti, di Costituzione e della società, con le sue realtà e i suoi problemi, dovrebbe essere un tema trasversale a tutti i partiti e alle istituzioni. Purtroppo, non è così.

Sono stati declinati in senso politico, sollevando non poche critiche, la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – il primo a essere presente al Teatro Ariston per la competizione –, poi l’omaggio di Roberto Benigni alla nostra Costituzione e l’intervento di Chiara Ferragni, che ha portato sul palco la violenza di genere in tutte le sue forme. Ci sono state anche le frasi di Matteo Salvini, intervistato a Rtl 102.5, che si è augurato che Paola Egonu, la pallavolista italiana nera che è stata vittima di offese razziste e co-conduttrice della seconda serata del Festival – non facesse «una tirata sull’Italia paese razzista», perché gli italiani «non sono razzisti» e non devono sentirsi «colpevolizzati da chi usa la Tv pubblica per fare la morale a qualcuno». La Egonu, in conferenza stampa, ha risposto a tono («L’Italia è un Paese razzista, ma sta migliorando) e subito si sono levate le accuse al Festival di Sanremo di essere “di sinistra”. Per controbilanciare, il ministro Sangiuliano e altri esponenti dell’area governativa hanno fatto pressioni, con dichiarazioni pubbliche, perché sul palco dell’Ariston fosse dedicato spazio al Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, che si celebra ogni anno il 10 febbraio. Giornata che ricorda momenti drammatici della storia del nostro Paese, ma che da certa cultura politica del Paese è stata elevata a celebrazione antagonista, in competizione, con il Giorno della Memoria delle vittime del nazifascismo.

Esplicitamente politico è stato invece il freestyle di Fedez, che ha accompagnato i suoi versi («Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite, forse è meglio il viceministro vestito da Hitler) all’esibizione della famosa foto di Galeazzo Bignami vestito da SS – risalente al 2005. La performance ha scatenato le ire di Fratelli d’Italia, che ha chiesto le dimissioni dei vertici Rai. Manca ancora la serata finale, che si sta svolgendo negli attimi in cui stiamo scrivendo, e siamo sicuri che ci darà spunti per tornare sull’argomento.

L’Italia più isolata in Europa

Dopo il tour nei Paesi africani, in cui Giorgia Meloni ha ottenuto successi importanti, questa settimana la premier si è recata a Bruxelles per il Consiglio europeo. E ha dovuto prendere atto che, oggi più che mai, l’Italia è isolata. Macron e Olaf Scholz è stata esclusa dal tavolo di confronto con il presidente ucraino Zelensky, certificando la perdita di peso politico del nostro Paese rispetto a solo un anno fa, quando alla guida del governo c’era un europeista convinto come Mario Draghi. Sarà ora più difficile, per l’Italia, raggiungere i propri obiettivi, su tutti rivedere gli obiettivi e la destinazione dei fondi del Pnrr.

Ma Meloni ha portato a casa un grande risultato sul tema migrazioni. A Bruxelles il Consiglio europeo ha posto la questione all’ordine del giorno e si è fatta strada una linea, più o meno accettata da tutti: la necessità di bloccare i flussi. I metodi sono ancora in fase di elaborazione – si dice che una delle possibilità sia quella di costruire dei muri, come negli Stati Uniti. Sicuramente, questo era uno degli obiettivi di Meloni. Che però non trova unanime consenso nella maggioranza, specie in Forza Italia.

Altri imbarazzi per il governo

Come se non fosse bastata l’uscita sconsiderata della scorsa settimana di Giovanni Donzelli, che ha usato documenti forse riservati e non diffondibili per attaccare le opposizioni sul caso Cospito – sta indagando la procura di Roma –, alcune dichiarazioni hanno creato imbarazzo al partito di governo. Secondo una ricostruzione della Stampa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari avrebbe proposto al generale Franco Federici di aprire «un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole […] Ci sono ragazzi molto appassionati e bravi che lo fanno nel tempo libero». Fazzolari, a confronto con Massimo Giannini, ha smentito tutto e ha annunciato querele, ma il direttore del quotidiano torinese si è detto certo della fonte.

Altra discutibile azione l’hanno portata avanti Isabella Rauti, sottosegretaria alla Difesa, e Lucio Malan. I due senatori di Fratelli d’Italia hanno presentato un disegno di legge per estendere il divieto di ricorrere alla maternità surrogata – reato che, in Italia, prevede la reclusione da 3 mesi a 2 anni e multe salatissime – anche ai cittadini italiani che la compissero all’esterno.

Infine, sono state prorogate ancora una volta – come avviene dal 2015 a questa parte – le concessioni balneari fino al 31 dicembre 2023. Misura che rischia di creare nuove tensioni con l’Europa, che ha già inflitto all’Italia sanzioni in materia. E non bisogna dimenticare che, così facendo, il governo mette anche a rischio l’erogazione dei fondi del Pnrr.

Aggiornamenti su Alfredo Cospito

Chiudiamo con il caso Cospito. Giovedì 9 febbraio il Guardasigilli Nordio è stato categorico nel respingere la richiesta di revoca del 41bis per Cospito, motivando la sua decisione con il presunto pericolo di mantenere contatti gli anarchici all’esterno. Ma lo sciopero della fame dell’anarchico continua e le sue condizioni di salute peggiorano: è notizia di questi minuti che è stato trasferito all’ospedale San Paolo di Milano perché seriamente a rischio della propria vita.

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Matteo Machet
Ho 31 anni e vivo a Torino, città in cui sono nato e cresciuto. Sono profondamente affascinato dal passato, tanto da prendere una laurea in storia - ambito in cui mi sto anche specializzando. Amo leggere, la cucina e la Sicilia, ma tra i miei vari interessi svetta il giornalismo: per questo scrivo articoli di storia, politica e attualità.

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