Giacomo Agostini è il miglior pilota motociclistico di tutti i tempi, con 15 titoli mondiali e 122 GP. Quella del campione italiano è una carriera leggendaria e ricca di successi, che ha segnato indelebilmente la storia del mondo delle due ruote
Agostini, il campione del motociclismo: meglio di lui, nessuno mai. Giacomo Agostini non ha bisogno di presentazioni, basta dare un’occhiata al suo palmarès per rendersi conto della grandezza di questo pilota.
Tecnica sublime e sguardo glaciale, campione del mondo ben 15 volte. È considerato il predecessore di Valentino Rossi, anche se i numeri sono dalla parte di “Ago”, protagonista del motociclismo degli anni 60-70.
Dopo il ritiro dall’attività agonistica, Agostini è rimasto nel mondo delle due ruote ricoprendo ruoli come direttore sportivo ed opinionista del moto GP. Ripercorriamo la carriera del fuoriclasse di Lovere con un focus sui record non ancora eguagliati.
Agostini, il campione del motociclismo: la carriera
È il 1942 quando nasce la leggenda del motociclismo mondiale, Giacomo Agostini. La storia d’amore con i motori comincia fin dalla giovane età. Ha poco più di 10 anni quando, contro il volere del padre, inizia a disputare delle corse clandestine sulle tortuose strade della provincia.
Sin da subito ci si accorse che il ragazzino era nato per correre, iniziò a vincere alle prime gare disputate sulla costiera del Lago d’Iseo. A 18 anni, una volta ottenuto il travagliato benestare del padre, comprò una “Settebello” da strada.
Il cambio di passo arriva il 27 maggio del 1962, quando Giacomo riesce a sorprendere il commendator Alfonso Marini, che gli propone un contratto ufficiale. Inizia qui la carriera della leggenda del motociclismo.
Il fuoriclasse di Lovere non si fa aspettare, al debutto da pilota professionista, vince ben 2 competizioni: il Campionato italiano della montagna e di velocità Juniores.
Nel 1965 passa a Mv Augusta e, l’anno successivo, vince il primo dei 7 titoli consecutivi nella classe 500. Per il primo successo nella 350, invece, deve attendere il 1968.
All’inizio degli anni 70, iniziano le prime divergenze con l’MV Augusta e, nel 1974, il pilota cede alla corte della Yamaha. Con il motociclo giapponese raggiunge il primato ancora mai eguagliato: conquista il 14° e il 15° titolo mondiale.
Non appena le sue prestazioni diventano altalenanti e iniziano a mancare i successi, annuncia il ritiro: il 25 settembre del 1977, dichiara in un’intervista: “io corro per vincere, se non sono più in grado di battermi per questo, vuol dire che è l’ora di attaccare le scarpe al chiodo”. Debutta da campione e annuncia l’addio da leggenda: Grazie Ago.
Agostini, il campione del motociclismo: i numeri
Quello di Agostini è un cammino leggendario, che lo rende il pilota più titolato nel mondo del motociclismo. Il suo palmarès non è ancora stato eguagliato, fino ad oggi nessuno ha fatto meglio di lui. La sua carriera copre l’arco temporale che va dal 1963 al 1977, su 230 GP disputati, è salito sul podio 163 volte trionfando in 122 Gran Premi.
Con uno stile di guida pulito e veloce, ha conquistato ben 18 volte il titolo di Campione D’Italia, di cui:
- 16 nel tricolore seniores di velocità;
- 1 nel campionato di velocità in salita;
- 1 nella competizione Juniores 175.
Non è finita qui. Agostini è l’unico pilota italiano ad aver vinto la Duecento Miglia di Daytona ed è il più anziano ad aver trionfato nella classe 750: era il 1977, anno in cui annuncia il suo ritiro.
Dulcis in fundo, il record dei record: 15 mondiali vinti. Proprio per questo viene soprannominato l’imperatore del motociclismo, è il pilota più titolato e completo di tutti i tempi.
Un’altra statistica significativa riguarda il numero di cadute del pilota. Sembra una banalità, ma non è così. In un contesto in cui le moto non erano tecnologiche e all’avanguardia come oggi, l’incidente in corsa era all’ordine del giorno. Agostini, in 15 anni di carriera, ha collezionato solo 7 cadute. Questo è un altro primato detenuto dal pilota.
Agostini ha aperto una nuova era del Motorsport: ha creato l’immagine del corridore-star, pubblicizzandola in un’ottica aziendalistica. È lui che ha cambiato il mondo delle corse, rendendolo attraente per sponsor e investitori.